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Anno 2001 -   Gen.   Feb.   Mar.

-  Gennaio 2001 -
 
27.01.01
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Anemia                                           - Chino -    chino@leccecalcio.zzn.com
 
Le partite come quella vista oggi contro il Bologna, hanno il grosso difetto
di lasciare lo spettatore in una sorta di limbo della riflessione. Non si sa
se essere arrabbiati o esaltati, entusiasti o critici, ragionevoli o irriverenti. Questa paralisi, che immaginerete molto bene, colpisce anche le mie sinapsi e che per ora, mi impedisce di capire se il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno, è del tutto inedita per quanto riguarda questo campionato. Diciamo che esordisce in maglia giallorossa come ha esordito Vasari. E francamente, un banchetto senza reti, senza recriminazioni sull'arbitro o sulla regia di Stream, senza rimproveri da distribuire a destra e manca, senza quelle circostanze che ti risollevano dall'anemia calcistica subita su tutto l'arco della settimana, è un banchetto che rende difficile la vita per chi deve sparecchiare la tavolata.
Proviamoci comunque e cominciamo col dirci che il primo tempo ha sicuramente offerto qualche buon sprazzo di gioco intelligente. I nostri sembravano ancora una volta capaci di imprimere alla partita quei caratteri genetici ormai evidenti per ogni tifoso giallorosso. Dopo un inizio basato sull'attesa delle mosse altrui, gli undici Salentini si sono sapientemente sparsi sul campo avverso in cerca della manovra avvolgente e dell'accellerazione fulminante che porta alla rete. Proprio durante le prime fasi di dominazione territoriale, è parso forse chiaro che oggi ci sarebbe mancata la spinta abituale sulle fasce: Giorgetti (strepitoso) si è adoperato più che mai come interno puro, e più attaccava e più stringeva verso il centro; Tonetto, invece, complice un divorzio ancora fresco con la Bolognese e dunque un ricordo sempre presente delle sue qualità, non ha avuto modo di fare le sue sgroppate  alla Varenne. Detto ciò, e per smentirmi immediatamente, l'occasione più ghiotta l'ha avuta Lucarelli, che non è riusciuto a schiacciare un cross proveniente proprio dal nostro puledro sinistro. Ma la sostanza è tutta qui, alla quale si aggiunge un tiro ravvicinato dell'ormai interamente resuscitato Juarez, conclusione finita sul corpo di un Nervo casualmente appostato da quelle parti in cerca di funghi. Due occasioni limpide che fanno ribollire il sangue nelle vene e che lasciano aperte le porte della speranza. Tanto più che il Bologna manifesta un'inconsistenza sconcertante, interrotta unicamente quando si è trattato di perdere tempo. Allora sì, si sono viste palle calciate a gioco interrotto e corsettine su ritmi da allenamento svogliato per andare a calciare un corner. I nostri ci hanno provato come sempre, mancando però l'acuto che ci avrebbe permesso di far tremare l'ugola entro i primi quarantacinque minuti.
E ora viene il duro: parlare del secondo tempo... Sicuramente il Bologna ha fatto qualcosina in più, sicuramente il terreno non permetteva di mettere in mostra un gioco puramente cavasiniano, sicuramente la stanchezza si è fatta sentire; sta di fatto che la seconda frazione di gioco non ha avuto un piglio da renderla indimenticabile. La voglia del risultato utile (parlo solo dei tre punti perchè, come dicevo, non riesco a sapere se il pareggio è buono o no) non è mai venuta meno: Giorgetti ha continuato a fare l'infuriato (o il gemello di se stesso, come dice qualcuno in furum), forse con meno lucidità; Ingesson non ha mai smesso di calamitare palle vaganti, aeree e terrene; Lucarelli ha continuato a fare i suoi 500 Km di corsa a vuoto (di palle giocabili ne ha viste poche, poveraccio). Ma alla quantità è mancato l'ordine e la disciplina tattica. Le costruzioni ragionate son diventate rare come le mosche bianche, per poi estinguersi totalmente con l'uscita sorprendente di Vugrinec. Allora si è aperta la strada del Calvario, senza asfalto e senza corsia d'emergenza: palle lunghe a pedalare, paura di perdere (incrementatasi dopo il tentativo di truffa aggravata da parte di Cruz - lodiamo il guardialinee, non era facile da vedersi -) stanchezza fisica e mentale.
Così, il piatto è rimasto sguarnito per tutto il secondo tempo; l'anemia ha iniziato a farsi sentire con quarantacinque minuti d'anticipo sui sette, anzi, otto giorni che ci separano dal prossimo incontro. Otto giorni e quarantacinque minuti da superare, con i globuli rossi contati... se tutto va bene, ve ne riparlerò settimana prossima.
 
Un abbraccio a tutti/e.
27.01.01
  Lecce 0
  Bologna 0
Lecce - 27.01.01. (Ore 15.00)
 
Finisce con un pareggio a reti inviolate l’anticipo Lecce-Bologna, dopo una gara povera di vere emozioni.
Costretto a rinunciare a Locatelli, Signori, Wome e Tarantino, Guidolin ha optato per un gioco alquanto rinunciatario, badando a contenere l’avversario piuttosto che cercare la vittoria. Alla fine ottiene quanto sperato, ovvero un pareggio che, di questi tempi, al "Via del Mare" non è facile conseguire (nelle ultime due gare casalinghe, il Lecce aveva fatto bottino pieno con ben sette gol all’attivo).
Il Lecce, invece, è sceso in campo con il fermo proposito di vincere, ma alla fine ha dovuto accontentarsi di un pareggio che rappresenta il quinto risultato utile consecutivo.
Lo 0-0, comunque, rappresenta il risultato più giusto: nonostante abbia attaccato con veemenza andando più volte vicino al gol nel corso del primo tempo, infatti, il Lecce non è riuscito a superare un Bologna ben disposto in campo e tatticamente diligente.
La prima ghiottissima occasione della partita capitava sui piedi di Juarez, a due passi dalla linea di porta: con un disperato intervento, però, Nervo negava la gioia del gol al brasiliano (8’). L’atteggiamento prudente del Bologna consentiva al Lecce di fare la partita: tuttavia, la supremazia territoriale dei giallorossi non dava l’impressione di riuscire a scardinare l’accorta retroguardia della formazione di Guidolin, anche perché gli attacchi del Lecce, originati da una manovra alquanto complessa, dovevano fare i conti con un terreno abbastanza allentato.
Con un Bologna arroccato in difesa, il Lecce doveva rinunciare alla sua arma più temibil: il contropiede. Ciò nonostante, al 27’ i giallorossi costruivano la più favorevole palla gol dell’incontro sfruttando un’indecisione difensiva di Binotto: il perfetto cross in area di Tonetto però, non veniva deviato in gol da Lucarelli, che di testa mandava alto. Un’occasione davvero ghiotta, che avrebbe certamente cambiato l’atteggiamento tattico della formazione felsinea.
Un minuto dopo, lo stesso bomber si liberava al tiro, ma la sua debole conclusione era facile preda di Pagliuca.
Sul fronte opposto, Chimenti si rendeva protagonista di un’uscita a vuoto, ma nessun attaccante bolognese era pronto ad approfittarne, permettendo alla difesa giallorossa di liberare.
Il primo tempo si chiudeva con la netta impressione di un Lecce superiore al Bologna, anche se nel corso della ripresa, l’atteggiamento delle due squadre era destinato a cambiare. Sin dai primi minuti del secondo tempo, infatti, i salentini sembravano meno incisivi mentre il gioco dei felsinei si faceva meno rinunciatario e più vivo.
Al 57’, Cavasin sostituiva il croato Vugrinec, apparso un po’ in ombra e poco lucido in fase d’attacco, con Osorio, sperando di portare la necessaria vivacità nel reparto offensivo.
Con l’uscita di Vugrinec, tuttavia, il gioco del Lecce subiva un’involuzione, diventando più abulico; e il Bologna ne approfitta per uscire dal guscio e distendersi in avanti. Così, al 64’, Chimenti era costretto a compiere una plateale parata su un insidioso colpo di testa di Cruz.
La partita si trascinava avanti senza particolari emozioni, e Cavasin provava a scuotere la sua squadra, ormai a corto di idee: chiamava in panchina Savino e tentava la carta Piangerelli, facendo retrocedere Ingesson (la stessa mossa operata a Parma, ma stavolta non avrebbe sortito alcun effetto).
Solo con l’ingresso di Vasari, al suo esordio in giallorosso, portava un po’ di brio ad una gara alquanto noiosa; dalle sue funamboliche azioni sulla destra nasceva l’asfissiante forcing finale del Lecce, ma il risultato non schiodava dallo 0-0 iniziale.
Da registrare l’annullamento di un gol a Cruz e contemporanea ammonizione per aver colpito la palla con la mano (83’). Cartellino giallo anche per l’ex Cipriani, reo di aver colpito Juarez con una gomitata in pieno volto durante un contrasto aereo (86’)
La partita si chiudeva, così, con un pareggio sostanzialmente giusto. Il Lecce avrebbe meritato il vantaggio nel corso del primo tempo, ma nella ripresa, invece, non ha saputo creare particolari pericoli alla retroguardia rossoblu, affidandosi per lo più ad un gioco molto prevedibile, caratterizzato da lunghi lanci a scavalcare il centrocampo, facile preda dei difensori del Bologna.
Ottima prestazione di Lima, fischiato dai suoi ex tifosi; applausi e cori, invece, per l’ex Renato Olive.
Il risultato finale soddisfa il Bologna, giunto a Lecce con l’unico obiettivo di non perdere. Meno soddisfatto il Lecce, che sperava di ottenere tre punti importanti in vista del proibitivo impegno di domenica prossima all’Olimpico contro i Campioni d’Italia della Lazio.
25.01.01
Pre-partita

Spicchiamo il volo !

Imbattuti da quattro turni, ai giallorossi di Cavasin si presenta l’occasione di spiccare il volo. La penultima giornata del girone d’andata, infatti, vede il Lecce affrontare al "Via del Mare" il Bologna di Guidolin: un’eventuale vittoria, collocherebbe la formazione salentina in una posizione di classifica davvero ragguardevole, incrementando il già cospicuo distacco dalla zona retrocessione.
Il Bologna, giunge a Lecce privo degli elementi più rappresentativi: oltre a Signori, Tarantino e Wome, infatti, mancherà il talentuoso Locatelli, bloccato da risentimenti muscolari e non convocato per la trasferta di Lecce.
A formare il reparto offensivo rossoblu saranno con molta probabilità Oliveira e Cruz, anche se non si esclude uno schieramento più spregiudicato con l’utilizzo del terzo attaccante Cipriani.
Nessuna defezione, invece, tra i giallorossi: Cavasin deve risolvere problemi di "abbondanza" a centrocampo, dove Balleri e Piangerelli sono in ballottaggio per un solo posto. Il tecnico trevigiano si riserva di sciogliere i suoi dubbi solo pochi minuti prima dell’inizio della partita, e tutto dipenderà dal tipo di schieramento che adotterà Guidolin. Nessun dubbio in attacco, dove tornerà sin dal primo minuto la coppia-bomber Lucarelli-Vugrinec.
Folta la presenza in campo di "ex": Lima, Olive, Cipriani e Padalino tra i rossoblu; Ingesson e Tonetto tra i giallorossi.
Arbitrerà l’incontro il signor De Santis di Tivoli.
Le probabili formazioni:
 
LECCE: Chimenti; Juarez, Viali, Savino; Balleri, Giorgetti, Ingesson, Conticchio, Tonetto; Lucarelli, Vugrinec
 
BOLOGNA: Pagliuca; Falcone, Padalino, Castellini; Brioschi, Binotto, Olive, Lima, Nervo; Oliveira, Cruz.
24.01.01
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Cul de Sac…                                               - Lo Sciacallo -
 
La stampa sportiva ha sempre avuto una smodata ammirazione per una parte anatomica del corpo umano. A questa zona del corpo, cui sono stati attribuiti i principali successi conseguiti dagli italiani in qualsiasi competizione sportiva, i pruriti perbenisti hanno affibiato i più svariati nomignoli (fondoschiena, posteriore ecc.), le più ardite e poetiche circollocuzioni (là dove non batte mai il sole), le più celestiali metafore (italico stellone).
In una sola occasione, le testate giornalistiche si sono mostrate concordi nel chiamare quest’attributo, che, intendiamoci, non appartiene solo al Bel Paese, con il nome che è sulla bocca di tutti.
In quell’occasione si è addirittura assistito all’identificazione della parte con il tutto, della zona anatomica con l’intero soma di un’unica persona. E questo indipendentemente dal fatto che la stessa facies del personaggio richiami alla memoria visiva dell’osservatore la morfologia, la forma, l’espressione del lato corporeo maggiormente preso per i fondelli. Ciò che ha contribuito a tramandare ai posteri la fama delle proprietà taumaturgiche del personaggio in questione e della sua reliquia meglio apprezzata sono stati senza dubbio i numerosi successi sportivi delle squadre da lui allenate.
Il Milan vinse lo scudetto, andando a vincere a Napoli, nella tana della capolista, alla penultima giornata di campionato. Negli anni successivi la stessa squadra si impose in campo europeo ed internazionale, schiacciando per manifesta inferiorità altre formazioni blasonate.
Eppure che differenza c’era tra il gioco predicato da questo neo profeta del calcio-pressing ed il casino organizzato da Fascetti nel Lecce della prima storica promozione? Nessuna, fatta eccezione ovviamente per gli interpreti dello stesso gioco. Lì c’era Orlandi, qui c’era Rijkard, lì c’era Paciocco, qui c’era Van Basten, lì c’era Cipriani, qui c’era Massaro, lì c’era Di Chiara, qui c’era Gullit, lì c’era Miceli, qui c’era Baresi. Potrei continuare, ma vi chiedo ancora: qual era la differenza tra questo neo-predicatore ed il nocchiero di una piccola squadra di provincia?
La zona, ovvero la solita zona corporea.
Il profeta divenne allora Allenatore della Nazionale di calcio. E a colpi di …reni o giù di lì – ma soprattutto grazie alle magie di un grandissimo quanto sfigato campione - trascinò la squadra e l’Italia intera al traguardo della finalissima dei Mondiali USA 94.
Ma qui l’alone di mediatico mistero che circondava la sua "zona" venne disperso alla prova del nove.
Quand’è infatti che occorre dimostrare di meritarsi cotanto attributo? Quando si battono i calci di rigore. E quando se ne battono cinque di seguito.
Da allora il predicatore imboccò il viale del tramonto, passando per esperienze disastrose. Ma la grancassa nazionale non poteva rimanere inerte di fronte al tentativo di una postuma riesumazione.
E così venne il giorno di Parma –Lecce. Non si poteva scegliere momento e squadra peggiore.
Quale fu infatti l’unica squadra che riuscì a battere sul proprio campo il Parma nella stagione 84-85, con un tiro da 40 metri effettuato in mezzo alla nebbia da un calciatore (Giorgio Enzo) con i piedi di tavola, ma cu…ore grandissimo?
Il Lecce.
Dove avvenne l’esordio Europeo di questo allenatore, che ne stava per determinare un prematuro esonero?
A Lecce. Due pappine dall’Espanol.
E si pretendeva che il Lecce facesse da vittima sacrificale?
La risposta è arrivata a trenta secondi dalla fine di una partita che Parma ed il suo neo-allenatore ritenevano di aver già vinto. Destino Buffo(n)! Si sa: la fortuna è cieca, ma i commentatori sportivi e gli auruspici sono orbi. E soprattutto ignoranti.
L’Italia è la patria dello Stellone, è vero. Ma è anche la patria di Machiavelli, un tale che aveva capito che lo Stellone è in realtà uno stallone che deve essere domato. Se lo lasci andare a briglie sciolte ti si ritorce contro e rischi di essere disarcionato. L’uomo saggio, l’uomo "fortunato" è tale perchè riesce a mutare con le proprie forze e la propria arguzia il corso degli eventi. In altri termini, ognuno si costruisce il proprio culo. Il fondoschiena di un sedentario rifletterà lo stile di vita del proprietario. Quello di un atleta, senza steroidi anabolizzanti, sarà lo specchio del lavoro e della fatica da duro allenamento.
Qui sta la differenza tra il Cul de Sac ed il Cul di Cavasin.
Il primo è quello di un cavaliere disarcionato, il secondo è quello di un uomo che si è costruito il prioprio culo con la fatica ed il sudore, non fa proclami, non sbandiera ai quattro venti la propria bravura, non rivendica filosofie innovative. Pretende solo rispetto per il proprio lavoro. Non sfrutta il microfono per mandare in onda oscuri lamenti buddisti, ma è pronto a strappare qualche minuto di attenzione in una trasmissione sportiva, nelle interviste a caldo, per difendere il mazzo suo e quello dei ragazzi da lui allenati, i quali saranno forse soldatini, certo non i fuoriclasse di cui può vantarsi il Parma, ma hanno dimostrato di aderire pienamente al credo del loro allenatore.
Lasciamo dunque Sacchi e le sue sirene ai commentatori occhialuti o con i prosciutti (di Parma) sugli occhi e prepariamoci ad affrontare questa settimana "corta" (sabato si gioca), con la consapevolezza di aver contribuito a dare dignità ad una parte anatomica, che non serve solo per tenere una persona attaccata ad una panchina.
Vai Albertone!
Che il culo sia con noi!
 

 

21.01.01
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Il film delle comparse           - Chino -    chino@leccecalcio.zzn.com
 
Il mondo del calcio è spesso la metafora della disobbedienza e del rifiuto  di  aderire a sceneggiature lungamente studiate o suggerite. La possibilità della rivalsa è uno dei motori che animano le ugole di tifosi "minori" e largamente minoritari nel paesaggio del campionato più chiacchierato e finanziato del mondo. Sul set del film "Parma - Lecce", lo script che avevano elaborato tecnici e addetti ai lavori, non prevedeva di certo che le comparse avrebbero spinto i protagonisti del film fuori dall'inquadratura stretta del cineoperatore. No, il copione, forgiato pazientemente dai media
e dalla logica, diceva piuttosto che:
- dopo lo scivolone interno con la Reggina, che aveva costretto la dinastia Tanzi a passare per la prima volta alle maniere poco eleganti, il Parma non avrebbe concesso che il teatrino del Tardini si trasformasse nuovamente in bolgia di fischi e contestazioni contro i suoi tenori e soprani.
- dopo il ritorno in patria del profeta Sacchi, le ripartenze e il gioco a tutto campo (ma quanto è invecchiato questo vocabolario...) avrebbero fatto terra bruciata intorno a tutti gli avversari.
- dopo la mini-serie positiva, gli ospiti potevano anche inchinarsi  cordialmente alla sconfitta, ringraziando, se possibile, gli avversari se questa fosse stata di stretta misura.
E così, puoi anche nascondere un pezzettino di ottimismo tra il cuore e le viscere, ma ciò che prevale è l'impressione che, comunque vada, sarà un macello per gli undici salentini. Le riprese del film, daltronde, non lasciano spazio ai dubbi: lunghe inquadrature all'allenatore che fallì a Pasadena e a Madrid; insistiti piani su Crespo che soffia dal naso verso un delicato fazzoletto in lino pregiato (di colore beige, se ricordo bene) le fastidiose caccole di un raffreddore invernale; lunghi sguardi sullo stesso Argentino che lancia affettuosi colpi di ciglia ai suoi vecchi compagni di squadra; interminabili piani fissi su signor Hernan che si tiene il mento con la mano destra, che accavalla le gambe, che mette le braccia conserte; noiose immagini del signor Callisto (della stessa dinastia già citata) che, con sguardo severo, fa capire chi è il padrone e chi vincerà; istruttive sequenze sugli appunti (in parte citati dal giornalista-lecchino a bordo campo) redatti dal braccio destro o sinistro del fallito di Pasadena e Madrid per far capire che si controlla tutto, si razionalizza tutto e tutto è profondamente studiato perchè i conti tornino come tornano alla Parmalat.
Insomma, ti dici che non c'è scampo e che le comparse resteranno tali. E mentre te lo dici (perchè nel frattempo, la partita è iniziata da un bel po') ti rendi conto che c'è qualcosa che non quadra, che gli ospiti non hanno imparato a memoria il copione, che anzi, sparlano e danno spinte alle stars Hollywood per farle sparire dal campo dell'inquadratura. E il fatto dura per tutti i quarantacinque minuti del primo tempo, il che significa che la metà del lungometraggio è ormai rovinata dai vari Giorgetti, Ingesson, Viali & Co., i quali, stracciano fogli su fogli e riscrivono nuove pagine più congeniali alle loro aspettative. Se a questa disobbedienza generalizzata, si aggiunge anche quella dell'arbitro (Uccio me lo fa notare), che, oltre ad essere il nostro talismano preferito, si mette anche a dirigere con un equilibrio che manda nel cestino la sudditanza pissicologggica, allora ci si può attendere di tutto, anche un colpo di stato.
Ma il caos non può durare, e la sommossa viene sedata dall'omonimo di quel presidente balcano che di fuochi ne ha spenti molti e con le maniere forti. Allora ti dici che la primavera leccese, come quella di Praga e di tante altre città ribelli, non vedrà sbocciare fiori e che il regista ha nuovamente il controllo sulla "troupe" del film. E vai allora con le occasioni a bizzeffe per i padroni di casa, vai con i miracoli di Zucchina e con i le timide reazioni dei nostri; vai verso il macello. Fino a quando il più ribelle dei nostri decide che il punto finale lo devono scrivere i paria del calcio. Il suo goal è una liberazione: la rivalsa si è realizzata e la disobbedienza ha vinto. Ecco un bel film con le comparse finalmente protagoniste.
Al prossimo set.

PS. Mattioli, al 90° minuto, ha elogiato la nostra tifoseria: anche questo
non rientrava nel copione.
 

 

21.02.01
  Parma 1
  Lecce 1

Parma - 21.01.01 (Ore 15.00)

Il Lecce archivia la trasferta di Parma con un esaltante pareggio. Il risultato ottenuto contro la squadra gialloblu, in realtà,  ha il sapore della vittoria, soprattutto perchè giunto allo scadere dei cinque minuti di recupero: "proprio come in una favola..." ripeteva il felicissimo Lucarelli, autore del gol che ha costretto il Parma di Sacchi, all'esordio davanti al proprio pubblico, ad accontentarsi di un pareggio.
I giallorossi non hanno rubato nulla, sia ben chiaro: nel corso del primo tempo, infatti, il Lecce ha sfoderato una prestazione autoritaria, mettendo in difficoltà gli avversari soprattutto in un paio di occasioni, quando Ingesson si faceva deviare in angolo da Cannavaro una conclusione a botta sicura (36'),  e Lucarelli, in rovesciata volante, ciccava il pallone negando la gioia del gol ad Osorio, ben appostato alle spalle e pronto a colpire di testa (44').
Eppure, il Lecce non partiva certamente con i favori del pronostico: in effetti, affrontare un Parma chiamato al riscatto davanti ai propri tifosi e obbligato a cancellare l'onta delle brucianti sconfitte casalinghe subite contro il Perugia e la Reggina, rappresentava un compito alquanto proibitivo per una formazione di caratura tecnica senza dubbio minore, sebbene la classifica delle due squadre contemplasse lo stesso numero di punti.
Giunto a Parma con l'ottimo viatico di ben sette punti in tre gare, il Lecce ha  sùbito dimostrato di non voler accettare il ruolo di vittima sacrificale all'interno delle "celebrazioni" per il ritorno alle origini di Arrigo Sacchi (sulla panchina del Parma dopo 15 anni di trionfali successi e imbarazzanti disfatte).
La formazione di Cavasin, infatti, sostenuta incessantemente da un pubblico esemplare per correttezza e calore, ha dimostrato sin dai primi minuti di saper tenere testa ai più quotati avversari,  dando l'impressione di poter tornare nel Salento con un risultato positivo.
Ma l'imprevedibilità del calcio è nota a chiunque, ed ecco che, dopo un primo tempo incolore, il Parma riusciva a trovare la strada del gol nell'unica occasione in cui Milosevich riusciva ad eludere la stretta sorveglianza di Savino: perfetto cross dalla destra di Conceicao, colpo di testa del serbo e gol (53').
Questo episodio cambiava la partita: il Parma, finalmente rinfrancato dal vantaggio, riusciva ad organizzare meglio la propria manovra, mentre il Lecce, che schierava il neo acquisto Ingesson al posto di Piangerelli ed Osorio al fianco di Lucarelli, non riusciva a rendersi particolarmente pericoloso dalle parti di Buffon. Cavasin, quindi, riteneva opportuno cambiare volto alla propria squadra, inserendo nel giro di pochi minuti Vugrinec (in panchina perchè acciaccato), Piangerelli e Colonnello rispettivamente al posto di Osorio, Balleri e Savino; il gioco ne beneficiava vistosamente, anche se, spostando il baricentro in avanti, il Lecce si esponesse maggiormente alle veloci azioni d'attacco della formazione gialloblu. Il Parma, infatti, riusciva a confezionare più di un'occasione da gol; in particolare evidenza il piccolo Junior, capace di portare non poco scompiglio sulla fascia sinistra dello schieramento giallorosso: da lui sono partite le azioni più insidiose del Parma, fortunatamente non sfruttate a dovere da Di Vaio e Milosevich.
La generosità del Lecce, invece, non era sufficiente a scardinare la retroguardia parmigiana, nonostante i tentativi da parte di Lucarelli, Tonetto, Colonnello e Vugrinec (su punizione). La pressione del Lecce, tuttavia, aumentava con il trascorrere dei minuti, diventando assedio disperato in occasione dell'ultimo assalto alla porta di Buffon: al 94', Lucarelli si sbracciava a chiamare in avanti i suoi, in particolare il lungo Ingesson, e proprio lo svedese riusciva ad allungare di testa un lungo traversone, permettendo al bomber Lucarelli di insaccare di testa. Un gol fortemente voluto e meritato, che faceva letteralmente esplodere i circa duemila tifosi giallorossi assiepati nel settore ospiti dello stadio "Tardini";  brutalmente ammutoliti, invece, i tifosi del Parma che  avevano cominciato a festeggiare anzitempo il ritorno alla vittoria.
L'incontenibile gioia di Lucarelli può essere raffigurata nella sua corsa forsennata lungo tutto il terreno di gioco ad abbracciare i propri sostenitori, letteralmente in visibilio per aver acciuffato in extremis un preziosissimo pareggio.
E la festa continuava dopo il triplice fischio finale, in un tripudio giallorosso che contagiava tutti i ragazzi di Cavasin, protagonisti di un pareggio che rimarrà scolpito a lungo  nel cuore dei tifosi.
Grazie di cuore, ragazzi ! ...e AVANTI LECCE !

 

 

19.01.01
Pre-partita
Il Lecce sogna uno sgarbo al Parma
 
Cavasin si presenta al "Tardini" di Parma dopo aver ottenuto ben 7 punti in tre partite. Il morale della squadra è alto, e l’arrivo di Ingesson ha senza dubbio accresciuto il potenziale tecnico della formazione giallorossa.
Il giocatore svedese sarà in campo già dal primo minuto, sebbene non si sappia ancora in quale posizione verrà utilizzato: Cavasin, infatti, nel corso delle ultime sedute di allenamento, lo ha utilizzato ora come interno sinistro, ora come centrale nel consueto schieramento a 5 di centrocampo. In tal modo ha voluto mischiare un po’ le carte, non dando riferimenti concreti a Sacchi. Quel che è certo, comunque, è che a far posto ad Ingesson sarà Piangerelli.
L’unico vero dubbio di Cavasin è relativo al tandem d’attacco: non è certo che a far coppia con Lucarelli sia Vugrinec, che nel corso della settimana ha lamentato un forte dolore al piede. Il croato sembra essere in netta ripresa, comunque, e non si esclude che, in extremis, riesca a recuperare la migliore condizione fisica; in ogni caso, l’argentino Aldo Osorio, autore di due gol nelle ultime due gare di campionato, è in preallarme, pronto ad affiancare il bomber livornese.
Cavasin e i suoi ragazzi, pur consapevoli delle insidie che questa sfida comporta, sono fiduciosi: stanno attraversando un buon periodo, e faranno di tutto per strappare punti al Parma.
Gli emiliani, tuttavia, rappresentano un ostacolo molto difficile da superare, sia per lo spessore tecnico della squadra, sia perché, proprio contro il Lecce, il nuovo tecnico Arrigo Sacchi esordirà davanti al proprio pubblico.
Dopo gli incresciosi episodi dell’ultima partita giocata al "Tardini", con il tentativo di aggressione di alcuni tifosi ai danni della squadra, il Parma si impegnerà al massimo per potersi finalmente "riappacificare" con i propri sostenitori, ma siamo certi che i giallorossi non si lasceranno condizionare da tutto questo e scenderanno in campo decisi a non interrompere a Parma la striscia di risultati positivi che l’hanno proiettato all’ottavo posto in classifica.
Il modulo scelto da Sacchi per affrontare il Lecce sarà il 4-3-3, con il tridente d’attacco composto da Milosevich, Di Vaio e Conceicao. In difesa, l’acciaccato Benarrivo sarà rimpiazzato da Junior. Assente anche Torrisi.
Al seguito del Lecce ci sarà una nutritissima rappresentanza di tifosi giallorossi, soprattutto salentini residenti al nord; ma sono numerosissimi coloro che raggiungeranno Parma dal Salento.
Una curiosità: a dirigere l’incontro sarà Paparesta, al suo quarto arbitraggio del Lecce in questa stagione.
Le probabili formazioni:
 
PARMA: Buffon; Sartor, Thuram, F. Cannavaro, Junior; Fuser, Almeyda, Lamouchi; Conceicao, Milosevic, Di Vaio.

LECCE: Chimenti; Juarez, Viali, Savino; Balleri, Giorgetti, Conticchio, Ingesson, Tonetto; Lucarelli, Vugrinec (Osorio).
16.01.01
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Il Pozzo dei desideri                     - Lo Sciacallo -   
 
In tre giornate il Lecce ha smantellato il quadrilatero lombardo-veneto (Brescia - Verona - Vicenza), insidioso terreno sul quale si sono impatanate le prime due battaglie risorgimentali. E’ troppo presto però per parlare di risorgimento giallorosso. La classifica di quest’anno è maledettamente corta. Squadre date per spacciate (Reggina) sono riuscite a risalire la corrente inanellando tre successi consecutivi. Squadre date per risorte (Napoli) sono state risucchiate nei bassifondi dopo appena sette giorni di ossigenoterapia. Lo stesso Bari è stato capace di compiere un’impresa non da poco, sfruttando l’abitudine dei giallorossi capitolini a sottovalutare l’ultima in classifica: Fascetti, capomastro del Lecce targato ’86, se l’è ricordato benissimo. In altri termini c’è poco da stare sugli allori. Siamo in una posizione di centroclassifica, ma di un campionato parente prossimo di quello cadetto, dove basta una distrazione e ti ritrovi con l’acqua alla gola. Abbiamo un punto in più rispetto allo scorsa stagione, ma nelle prossime tre sfide dovremmo affrontare due formazioni di alto rango, per di più lontano dalle mura amiche. Registriamo intanto l’inversione di tendenza nei rigori: dal felice ritorno di Paparesta (per favore, dategli un posto in consiglio comunale) a quello fischiatoci da Tombolini, finalmente anche altri arbitri si accorgono che i nostri attaccanti subiscono falli nelle aree altrui (vuoi vedere che Moroni, zitto zitto, quatto quatto...mah!).
Completo la mia Tosattizzazione: i nostri diciannove punti sono essenzialmente il frutto degli scontri diretti con le consorelle: Perugia (1), Reggina (3), Napoli (1), Bari (3), Brescia (1), Verona (3) e Vicenza (3). Ben più misero il raccolto nei confronti delle Sette Sorelle: appena 4 punti, dei quali 3 strappati all’Inter più in crisi degli ultimi vent’anni ed uno sudaticcio e casalingo, stiracchiato contro la Fiorentina. Anzi, nelle restanti partite giocate contro le cosiddette Grandi Sorelle il minimo comune denominatore è stato sempre lo stesso: 4 pappine (Roma, Milan, Juve).
Se il primo aspetto può essere rassicurante, in quanto dimostra l’attitudine della squadra a lottare e non mollare contro le pari grado, riuscendovi a cogliere l’importanza vitale di certe partite, il secondo, invece, è drammaticamente preoccupante. Scopre infatti non la povertà di schemi, come qualcuno vorrebbe far credere malcelando le critiche nei confronti dell’allenatore (ma questo è il solito vizio di taluni commentatori leccesi), bensì la penuria di piedi buoni. Il nostro idolo è diventato Giorgetti, ovvero Forrest Gump. Un uomo pronto a sacrificare i propri polmoni. Uno che corre all’impazzata. Ed attorno a lui, a questo Messia della Corsa a perdifiato, ecco altri Maratoneti: il solito Sindaco, il digestivo Tonetto, ed il resto della truppa, compreso Colonnello. Quest’ultimo fosse vissuto ai tempi di Zenone sarebbe stato additato ad esempio nel famoso paradosso di Achille e la tartaruga: al posto della tartaruga, naturalmente. A questi Gelindo Bordin prestati al calcio si aggiungerà prossimamente lo svedese Ingesson, che, lungi dall’essere un uomo di Klass, già a Bari si è fatto conoscere - ed apprezzare - per le sue doti di quantità e furore agonistico.
E così con Forrest Gump (il citato Giorgetti), Braveheart (il citato Ingesson), il Gladiatore (il citato Sindaco), Zio Fester (il mai citato Chimenti) e la Mummia (il citato Colonnello) il copione dei prossimi film cui assisteremo dagli spalti appare quanto mai scontato: sangue, sudore e comica paura.

Che la forza sia con noi!

Lo Sciacallo

P.S.: qualcuno si starà chiedendo che cosa c’entri il titolo con quanto sopra scritto. Provvedo subito. Sono pazzo di Pozzo. Ecco il presidente (pozzo) dei miei desideri: un presidente che dice subito quello che pensa. Schietto, mai ipocrita e pronto a sacrificare il suo nome ed i suoi capelli per difendere una squadra in cui crede fermamente. Erano cinque domeniche che all’Udinese giravano i marroni per (pensate!) 5 espulsioni. Alla sesta (con rigore) è esploso in un franco-Mellifluo: "soggezione psicologica". I friulani sono gente fiera di poche parole: ma quando le pronunciano, sono pietre. Attendo ancora l’Intifada di Moroni dopo 9 rigori e 7 espulsioni contro in tredici partite. Ma si sa Moroni è un uomo di Banca: sa solo ... incassare...

P.P.S.: Olivares è stato l’apripista (poi sbolognato altrove), quindi sono arrivati Giorgetti ed infine Ingesson. Fin qui niente di strano, anzi mi unisco a Osorio nel ringraziare il Supremo. Non vorrei però che oltre ai giocatori, un giorno mi ritrovassi anche le maglie...

15.01.01

Klas Ingesson in prestito al Lecce.

- Dopo aver abbandonato la trattativa per l'acquisto di Piacentini, Ingesson1.jpg (14695 byte)il Lecce annuncia l'ingaggio di Klas Ingesson con la formula del prestito: il centrocampista è stato prelevato dall'Olympique Marsiglia. Dopo una brevissima militanza nel campionato francese, Ingesson torna a calcare i campi della serie A italiana; in passato aveva militato nel Bologna e nel Bari. Con la squadra di Fascetti, tra l'altro, Ingesson aveva dato non pochi dispiaceri proprio ai tifosi giallorossi, realizzando diverse reti nei derbies contro il Lecce.
Dopo Olivares (da poco ceduto al Como) e Giorgetti, Ingesson  è il terzo ex-barese acquistato dalla società giallorossa in questa stagione.

14.01.01
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Paso doble                            - Chino -    chino@leccecalcio.zzn.com
 
Sette giorni per passare dal "Via del Mare" alla via crucis di questa città che, da qualche giorno, sembra essersi avvicinata pericolosamente al circolo polare artico. L'effetto catapulta è quanto mai sconcertante e di difficile digestione: dalle calde gradinate in occasione della palpitante impresa contro gli Scaligeri, al caldo rifugio dell'ottavo piano ginevrino c'è un oceano di differenza. Come passare dagli Appennini alle... Fiandre.
Fortunatamente per me, e per quanti hanno dovuto fare i conti con la ghigliottina di nome "fine delle ferie", la musica non è cambiata e la danza è rimansta allegra. Il maestro Lecce concede il bis e la platea applaude. Eppure, proprio perchè i nostri avevano straconvinto domenica scorsa, la sfida contro i Vicentini poteva tranquillamente trasformarsi in una lezione di fisica fondamentale: ti esalti e svolazzi per sei giorni, al settimo arriva il maestrino di turno a ricordarti che senza le ali, Newton comanda sempre.
Niente di tutto ciò. Per ora si può continuare a vagheggiare (tanto, prima o poi la mela cadrà comunque) e a cullarci sulle prestazioni convincenti dei nostri. Tanto più che il sogno bagnato di questo pomeriggio, non è stato interrotto o introdotto da incubi che ti attanagliano lo stomaco e che ti fanno credere che non ne uscirai mai più. No, oggi la squadra si è mostrata subito volitiva e frizzante e ha capitalizzato in fretta la superiorità fisico-mentale, senza farsi sorprendere e beffare.
Sin dall'inizio, è apparso chiaro che non ci sarebbe stata una "sindrome da Piacenza": il centrocampo ha fatto il suo solito pressing  asfissiante (nelle vesti di playmaker, Conticchio è senz'altro meno appariscente, ma il suo lavoro oscuro ha reso più cartesiano il gioco in questo settore), l'attacco, pur privo del bomber più panzuto e simpatico che il Salento abbia mai avuto, si è dimostrato all'altezza della situazione (Osorio mi sembra sia del genere di giocatori che possono tranquillamente scomparire dalla partita per poi andare in doccia con uno o più goals da mettere nella classifica marcatori).
Tutto bene dunque, ma rapidamente (nel mio caso già verso il 12° del primo tempo) ti viene comunque l'eterno dubbio: riusciranno i nostri eroi a far apparire sul misero tabellone dello stadio la parola che conta? La risposta arriva dal nostro Croato preferito, che zitto zitto, con la compostezza di un lord della Cornovaglia, ti inventa da prima una punizione di sesania memoria (il mio scatto dalla sedia avrebbe bruciato Atom Boldon), e poi si procura e trasforma il rigore concesso da Tombolone (dal dischetto, oggi si è finalmente goduto). Il Lecce in superirità numerica ha avuto le occasioni per dilagare in assoluta tranquillità, ma complice il pantano, si è dovuto attendere l'ennesima incursione del nostro tronetto della fascia sinistra, per rendersi conto che anche Osorio ha certi numeri nell'armadietto: ho trovato il suo colpo di testa incredibilmente intelligente e fine.
Felicissimo per lui, come per qualsiasi gavettaro a cui riesce di salire sul palcoscenico senza steccare. Si sarebbe ancora potuto segnare, ma, per una volta, ogni errore ha comunque rinfrancato l'idea che il potenziale esiste e che le goleade possiamo farle anche noi, se solo ci crediamo (a proposito, non ricordo sette reti in due incontri a nostro favore; se qualche leccese stempiato e con capelli grigi dovesse rammentare un precedente, è pregato di annunciarsi). 
Finisce dunque bene: il Sud-est ha stracciato il Nord-est per sette a tre; il "paso doble" ha soppiantato il malinconico tango. Si spera che la musica continui ad oltranza e che l'innesto del grande vichingo dia maggior sicurezza alla sala da ballo.
A domenica prossima.
PS. Un parolina per il nostro tanto strapazzato Spice Boy Balleri. Oggi si è visto meno ma si è visto meglio: che sia questa la ricetta per un buon piatto sull'ala destra?   
14.01.01
  Lecce 3
  Vicenza 1
Il Lecce vince ancora e torna ad occupare una posizione di classifica molto più tranquilla.
Bottino pieno dei giallorossi, dunque, nel doppio impegno casalingo contro Verona e Vicenza, grazie ad un attacco in grande spolvero. Dopo il "poker" rifilato al Verona, infatti, il Lecce si ripete battendo per 3 a 1 la squadra di Edy Reja.
Cavasin, privo del bomber Lucarelli, scopre di poter contare sulla coppia offensiva Osorio - Vugrinec, in gol per la seconda partita consecutiva. Al Vicenza non bastano un fortissimo Toni e le pericolose incursioni dell'ex Maurizio Rossi ad evitare la sconfitta, maturata dopo appena mezz'ora di gioco. Un micidiale uno-due di Vugrinec, infatti, ha tagliato le gambe ad un Vicenza ben disposto in campo, che fino a quel momento non aveva demeritato. A rompere l'iniziale equilibrio è stato un capolavoro balistico di Vugrinec, che, sfruttando al meglio un calcio di punizione da oltre trenta metri, portava in vantaggio il Lecce (34'). Neppure il tempo di riorganizzarsi, e il Vicenza subiva il raddoppio giallorosso, sempre ad opera dell'incontenibile Vugrinec, che si incuneava nella difesa avversaria e veniva steso da Tomas al momento di concludere a rete. Tombolini, senza alcuna esitazione, concedeva il rigore al Lecce ed espelleva Tomas, reo di aver commesso fallo da tergo ai danni di un avversario lanciato a rete. Si incaricava del tiro dal dischetto lo stesso croato che, con un tiro angolato, metteva alle spalle di Sterchele (37').
Per il Vicenza, sotto di due gol ed in inferiorità numerica, la partita era definitivamente compromessa: nonostante ciò, i ragazzi di Reja non esitavano a portarsi con generosità in avanti, prestando, però, il fianco ai pericolosi contropiede del Lecce. Sul finire del primo tempo, Toni si costruiva una palla gol, ma Chimenti respingeva d'istinto la sua forte conclusione; il portiere giallorosso si ripeteva al 50' neutralizzando un gran tiro di Bernardini su punizione.
I giallorossi, tuttavia, rimanevano padroni del campo e davano l'impressione di poter triplicare da un momento all'altro grazie a rapidi capovolgimenti di fronte, favoriti soprattutto dallo spregiudicato atteggiamento tattico del Vicenza. Il gol arrivava al 72': Tonetto, autore di una travolgente azione personale sulla fascia sinistra, eseguiva un perfetto traversone al centro che permetteva ad Osorio di realizzare uno spettacolare gol di testa proteso in tuffo.
Era il gol che chiudeva l'incontro, nonostante i veneti accorciassero le distanze con Comotto sugli sviluppi di un calcio d'angolo (78'). Chimenti faceva correre un brivido lungo la schiena dei tifosi salentini all'84', rinviando sulle gambe di Toni appostato a due passi: la palla sfiorava il palo perdendosi sul fondo.
Il finale era tutto di marca giallorossa e solo i clamorosi errori di Tonetto (85'), Osorio (86') e Conticchio (91') salvavano il Vicenza da un passivo ben più pesante.
Il risultato di 3 a 1 soddisfa comunque il tecnico Cavasin, anche per quanto fatto vedere in campo dalla sua squadra. Trasferta amara per il Vicenza, che nel giro di tre minuti si è ritrovato in svantaggio di due gol ed in inferiorità numerica. Reja, tuttavia può guardare avanti con fiducia, dato che Toni e compagni hanno dato dimostrazione di essere una squadra ben attrezzata
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13.01.01
Pre-partita

I Giallorossi cercano il BIS !

Secondo impegno casalingo consecutivo per il Lecce: ospite di turno, il Vicenza di Reja.
Dopo il convincente successo sul Verona, grazie ad un secondo tempo "straripante", la formazione di Cavasin intende conseguire un'altra vittoria davanti ai propri sostenitori per portarsi in una situazione di classifica ancora più tranquilla e, allo stesso tempo, aumentare a quattro punti di distacco dal Vicenza.
Il centrocampista svedese Klas Ingesson, giunto a Lecce nella serata di ieri con un colpo a sorpresa del ds Pantaleo Corvino, potrebbe variare i piani tattici del tecnico giallorosso: non si esclude, infatti, un suo utilizzo sin dal primo minuto già da domani al posto di Colonnello, con lo spostamento di Tonetto nel ruolo di esterno sinistro.
L'argentino Mateo, autore di un buon secondo tempo contro il Verona, anche stavolta dovrebbe partire dalla panchina; il laterale destro Balleri, reduce da una squalifica di due turni, verrà schierato sin dall'inizio, mentre Piangerelli sarà costretto a saltare anche la partita contro il Vicenza per squalifica, dato che la commissione disciplinare ha respinto il ricorso della società giallorossa per la riduzione della sanzione disciplinare ad una giornata.
Regolarmente in campo Alberto Savino, che ha assorbito la contusione al naso rimediata nel corso dell'amichevole infrasettimanale contro il Locorotondo.
Cavasin sarà costretto a rinunciare, invece, all'elemento più determinante delle ultime partite: il bomber Cristiano Lucarelli, infatti, è stato fermato per una giornata dal giudice sportivo, e a comporre la coppia d'attacco con il croato Vugrinec sarà Osorio, caricatissimo dopo il gol realizzato domenica scorsa.
La formazione di Edy Reja, che ha preparato il confronto diretto contro il Lecce nel ritiro di Bisceglie, sarà priva degli infortunati Kallon, Cardone, Viviani e Longo (influenzato). Sebbene lamentino un fastidioso mal di gola, Toni e Tomas saranno regolarmente in campo. Il Vicenza, in attacco, si affiderà ad Esposito mentre, nel ruolo di esterno destro, Reja sembra voler puntare su Comotto.
Le probabili formazioni che si affronteranno al "Via del Mare" sono le seguenti:
 
LECCE: (3-5-2) Chimenti; Juarez, Viali, Savino; Balleri, Giorgetti, Conticchio, Ingesson, Tonetto; Osorio, Vugrinec
VICENZA: (3-4-1-2): Sterchele; Tomas, Marco Aurelio, Dicara ; Comotto, Bernardini, Crovari, Dal Canto; Zauli; Toni, Esposito
11.01.01
Piacentini sempre più vicino al Lecce
- Sembra imminente il trasferimento al Lecce del centrocampista trentaduennepiacentini2.jpg (11251 byte) Giovanni Piacentini, attualmente in forza al Bologna. I rapporti di mercato tra la società giallorossa e quella felsinea sembrano molto attivi: dopo la cessione di Lima e l'acquisto di Tonetto, il ds del Lecce Pantaleo Corvino sta per concludere la trattativa per il trasferimento di Piacentini nel Salento. Se questa operazione dovesse andare in porto, Maurizio Bedin potrebbe essere ceduto al Pescara.
Giovanni Piacentini, che ha finora vestito le maglie di Modena, Padova, Roma, Fiorentina, Atalanta e Bologna ha già dato la sua disponibilità per il suo trasferimento al Lecce e anche l'accordo tra le due società sembra essere ormai vicino.
10.01.01
"Lucarelli Bum-Bum" !!!

Dopo un avvio di campionato non certo esaltante, Cristiano Lucarelli ha gradatamente recuperato la sua forma migliore. Chi l'ha visto LUCARELLI-2.jpg (15006 byte)all'opera contro il Verona, avrà potuto ammirare molte delle qualità  che contraddistinguono un campione del calibro di "Lukagol": tecnica, grinta, coraggio e potenza da vendere. Grazie alle sue prodezze, coloro che fino a qualche tempo fa storcevano il naso discutendone il grande valore, sono stati costretti ancora una volta a ricredersi e ora si ritrovano a lodare le indiscutibili doti e il grande attaccamento alla maglia di questo esuberante venticinquenne di Livorno, entusiasti di avere in squadra un atleta che, con le sue giocate, è in grado di trascinare il Lecce alla seconda salvezza consecutiva in serie A.
Nonostante il ritardo di condizione con cui ha affrontato la prima parte del campionato, nella classifica dei marcatori della massima serie Lucarelli si ritrova alle spalle dei soli fuoriclasse stranieri Shevchenko e Batistuta , e al primo posto tra i cannonieri italiani, grazie ai suoi 7 gol realizzati in undici gare (nella famosa partita di Perugia giocò solo pochissimi minuti).
Attualmente, Cristiano Lucarelli sembra attraversare un periodo di forma "straripante". Oltre ad essere tornato il goleador ammirato nello scorso campionato, infatti, sembra aver raggiunto una condizione fisica eccezionale, che gli consente di lottare come un vero leone per l'intera gara senza lesinare energie, scattando, dribblando,  finalizzando, costruendo, creando spazi e dando il suo preziosissimo apporto, quando le circostanze lo richiedono, anche in fase di copertura.
Insomma, Lucarelli è tornato ad essere l'uomo simbolo, senza dubbio l'elemento più carismatico della formazione giallorossa.
Quello che lo lega al pubblico giallorosso è un rapporto speciale: le attestazioni di stima reciproca sono innumerevoli e Lucarelli è consapevole di possedere un grande carisma e di essere l'idolo dei tifosi giallorossi. Come ha affermato in più occasioni, non gli era mai successo di sentirsi così orgoglioso di vestire una maglia: nel Lecce si sente protagonista e responsabilizzato, in poche parole si sente un vero leader e l'apprezzamento del pubblico per quello che riesce a dare in campo cresce di partita in partita: contro il Verona, oltre che per la sua grinta e l'esaltante doppietta (ormai ne è uno specialista, visto che domenica scorsa ha realizzato la sua terza doppietta della stagione, meritandosi l'appellativo di "Lucarelli Bum-Bum!"), il centravanti del Lecce ha saputo strappare applausi ed elogi anche per il grande altruismo con cui, nonostante sia il rigorista giallorosso, ha lasciato a Vugrinec il compito di battere il rigore, rinunciando, tra l'altro, alla sua prima tripletta in serie A. Lucarelli, da uomo bandiera del Lecce, ha ritenuto importante far ritrovare il gol al suo compagno di reparto, a secco da qualche giornata, quale buon auspicio per la successiva partita contro il Vicenza. Contro i veneti, infatti, la formazione di Cavasin dovrà fare a meno del suo elemento più in forma, ma siamo certi che Lucarelli "Cuor di Leone" si stia già preparando a dare il massimo nella successiva partita di Parma... Buffon e il nuovo tecnico Sacchi sono avvisati!

07.01.01
  Lecce 4
  Verona 2
Lecce - 07.01.01. (Ore 15.00)
 
La prima partita dell'anno porta solitamente bene al Lecce, e anche stavolta i giallorossi hanno inaugurato il nuovo anno con una vittoria.
La squadra di Cavasin, dopo una partita agonisticamente avvincente,  è riuscita ad imporsi sul Verona con un sonante 4-2. Il risultato finale, tuttavia, non deve trarre in inganno, dato che i giallorossi hanno dovuto faticare non poco per aver ragione di un Verona passato per primo in vantaggio ed in grado di gestire il risultato per gran parte dell'incontro.
Dopo un arrembante avvio del Lecce, che non riusciva a finalizzare le svariate occasioni da gol, con una clamorosa traversa colpita al 4' dall'incontenibile Giorgetti,   era proprio il Verona   a passare in vantaggio, al primo vero affondo, grazie ad  un poderoso stacco di testa di Bonazzoli (23'). La formazione di Cavasin, che fino a quel momento aveva giocato con grande autorevolezza, accusava il colpo e si smarriva perdendo notevolmente in lucidità e incisività. La formazione di Perotti, invece, si difendeva con ordine e tentava di sorprendere il Lecce con rapide ripartenze.
La clamorosa strigliata di Cavasin ai suoi ragazzi, durante l'intervallo, dava la giusta carica ai giallorossi, che scendevano in campo estremamente decisi a rimontare lo svantaggio. Così Osorio, subentrato a Colonnello, al suo primo pallone giocato, siglava il gol del pareggio (54').
Il primo gol in campionato del bomber argentino restituiva fiducia e vigore al Lecce: cinque minuti dopo, infatti, Lucarelli ribadiva in gol di testa un preciso assist su punizione calciata da Vugrinec.
La reazione del Verona non si faceva attendere: da una furibonda mischia in area leccese scaturiva un tiro sotto misura di Salvetti, ma un prodigioso intervento di Chimenti sulla linea di porta negava la gioia del gol al giocatore scaligero.
La spinta del Lecce metteva in evidente difficoltà i gialloblu, costretti a capitolare in altre due occasioni: al 71', quando Lucarelli, dopo uno scambio con Vugrinec, insaccava con un preciso diagonale e al 74', quando il croato veniva atterrato in area e Paparesta concedeva il penalty. Il rigorista Lucarelli, con un gesto di grande generosità, lasciava allo stesso Vugrinec il compito di trasformare il calcio di rigore (74') e di portare il risultato sul 4-1 in favore dei giallorossi.
A questo punto la partita poteva considerarsi praticamente chiusa, e il gol realizzato all'87' da Adailton assumeva un'importanza puramente statistica, essendo stato realizzato su rigore (il 9° subìto dal Lecce in 13 gare - un record assoluto in serie A!).
E' stata una partita non bellissima, ma certamente avvincente ed intensa, con il Lecce costretto ad inseguire i gialloblu per gran parte dell'incontro.
Il Verona ha difeso con ordine il gol di Bonazzoli finchè ha potuto, provando, di tanto in tanto, ad impensierire la difesa salentina in contropiede, ma nulla ha potuto quando, nella ripresa, la squadra di Cavasin ha tirato fuori tutto l'ardore agonistico di cui disponeva. I giallorossi, infatti, dopo un primo tempo alquanto opaco, trascinati da uno strepitoso Lucarelli (4 gol in due partite), sono riusciti a capovolgere le sorti dell'incontro, tornando alla vittoria dopo ben cinque turni e aumentando a 4 le lunghezze dalla zona retrocessione.
 

 

05.01.01
Pre-partita
Il Lecce vuole spiccare il volo.
 
Al ritorno dalle vacanze natalizie, il campionato propone un doppio confronto casalingo del Lecce contro due dirette concorrenti nella lotta per la permanenza in serie A: Verona e Vicenza. Inutile dire che nell'ambiente giallorosso si spera nel bottino pieno, poichè consentirebbe al Lecce di effettuare un significativo balzo in avanti in classifica.
Finora, la squadra di Cavasin non ha entusiasmato tra le mura amiche ma è fortemente determinata ad ottenere la vittoria contro gli scaligeri.
Da parte sua, Perotti, pur consapevole delle insidie di questo confronto diretto, ha dichiarato che il suo Verona scenderà a Lecce per conquistare i tre punti. Il tecnico dovrà fare i conti con diverse assenze: Mutu, Laursen, L. Colucci, G.Colucci, Camoranesi, Franceschetti.
Se Perotti, probabilmente allo scopo di mantenere sereno l'ambiente, ha definito "non fondamentale per il campionato del Verona" la partita contro il Lecce, Cavasin è consapevole dell'importanza di questo confronto e vuole a tutti i costi la vittoria, sfruttando proficuamente il turno casalingo e lo scontro diretto.
Il tecnico giallorosso dovrà fare a meno degli squalificati Piangerelli e Balleri; molto probabilmente Colonnello tornerà il campo sin dal primo minuto, mentre Fissore, Bedin e Mateo sono in ballottaggio per la maglia di laterale di destra. Juarez si è ristabilito da un fastidioso infortunio e sarà regolarmente in campo. Quasi certamente Cavasin adotterà il modulo tattico 3-5-2, mentre Perotti il modulo 4-4-2.
La società giallorossa, intanto, per assicurare un maggiore sostegno da parte del pubblico , ha deciso di abbassare il costo dei biglietti d'ingresso allo stadio "Via del Mare" in occasione delle prossime due partite.
 
Le probabili formazioni con cui salentini e scaligeri si affronteranno sono le seguenti:
 
LECCE: Chimenti; Juarez, Viali, Savino; Fissore, Giorgetti, Conticchio, Tonetto, Colonnello; Lucarelli, Vugrinec
VERONA: Ferron; Oddo, Gonnella, Apolloni, Seric; Mazzola, Italiano, Salvetti, Melis; Bonazzoli, Gilardino
 
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