Taranta
GialloRossa
Mentre ancora risuonano le note del concertone-evento
dell'estate
salentina ed il campionato ha già preso il via con il
confortante esordio di Frosinone, un importante
argomento tiene banco tra i salentini: il connubio U.S. Lecce
-
Notte
della Taranta.
Si tratta di un'operazione (tenuta in gran segreto fino
alla conferenza stampa di presentazione a Melpignano)
che, a distanza di oltre due settimane, non è stata
ancora metabolizzata e del tutto assimilata dai
salentini, tifosi e non. Ed il dibattito tra favorevoli
e contrari a tale sponsorizzazione è tuttora vivo: accanto all'entusiasmo
di chi, nell'anno del centenario del calcio a Lecce,
caldeggiava che il logo da apportare sulle maglie fosse
riconducibile
al concetto di "salentinità", si sollevano diverse perplessità da
parte di
chi non approva che istituzioni pubbliche (o enti
finanziati con soldi pubblici) investano risorse nella
sponsorizzazione di una società sportiva.
E la distanza tra le due posizioni sembra essere tanto
più netta quanto più il discorso assume connotazioni e
coloriture politiche che, tuttavia, riguardano il solo
evento musicale di Melpignano.
Ma ad un'analisi più obiettiva, il logo "La Notte della Taranta" sulle maglie del Lecce è
il naturale incontro tra due modi differenti, ma
certamente efficaci, di esportare il Salento, terra
ricca di suggestioni e capace di stregare chiunque,
calciatori compresi (giusto per restare in argomento) e
non uno spot fine a se stesso e che si esaurisce nel
momento in cui è stato prodotto ed utilizzato.
Ciò che a qualcuno può apparire come "sperpero di denaro
pubblico", in realtà non è altro che una valida
strategia di comunicazione dinamica e di forte
penetrazione e che, attraverso tutti i media, è in grado
di raggiungere capillarmente ogni angolo del nostro
Paese.
Essa non si limita, infatti, ad una scontata campagna
pubblicitaria su questo o quel giornale, su questa o quella
TV, sui mezzi di comunicazione più o meno amici e compiacenti; come se
lo stesso flusso di denaro pubblico, una volta finito in
casse private al di fuori del nostro Salento, fosse da considerarsi "ben speso"
con la certezza di rappresentare un investimento più
vantaggioso per il territorio.
Il territorio: ecco la parola chiave che racchiude il
senso di questa operazione di sponsorizzazione, che ad
un occhio ipercritico potrebbe sembrare
"assistenzialismo" ma che, a ben guardare, mette in
risalto una strategia oculata di valorizzazione del
territorio (che per ovvie ragioni passa anche attraverso
il ritorno in Serie A) e di ciò che esso esprime. E' innegabile che,
fino a dieci anni fa, questo "fazzoletto di terra" a noi
così caro, al di fuori dei propri confini fosse rappresentato dai soli colori giallorossi, quelli che più di ogni altra realtà
simboleggiano un radicale attaccamento alla
propria terra. Oggi il Lecce continua ad esserne la bandiera,
ma alla quale ora è possibile appuntare tante stelle,
frutto dell'ingegno, delle tradizioni, della creatività
e vivacità culturale di questa terra splendida. Per ragioni
di spazio e per restare in tema, ci limiteremo alla sola Notte della Taranta, un
miracolo creato dal nulla e che in pochi anni è cresciuto,
confermandosi a livelli inimmaginabili e che ora fa
parlare di sè, del Salento (e di Melpignano, esemplare
realtà di sole mille anime) il mondo intero, abbattendo
quei confini che ogni tifoso si augura che anche il
Lecce possa prima o poi varcare.
Davanti al materializzarsi di tale miracolo, dunque, da
più parti si è compreso che "La Notte della Taranta"
avesse le potenzialità per essere esportata ed apprezzata
su scala molto più vasta e, com'è noto ormai a tutti, in una
strategia di comunicazione molto più ampia e capillare sono stati ottenuti dei finanziamenti comunitari.
La
scelta di destinare parte di queste risorse alla
sponsorizzazione di un progetto (quello dell'U.S. Lecce)
di riconquistare la platea più importante del calcio
italiano, più che uno spreco rappresenta un investimento di sicuro impatto e che sortirà gli
stessi benèfici effetti ottenuti con la veicolazione del
marchio "Salento d'Amare". Lecce e Taranta, massime
espressioni di salentinità a braccetto negli stadi di
ogni angolo del nostro Stivale, su tutti i mass-media,
messaggio forte ed evocativo destinato ad un pubblico giovanile, sportivo, in attesa
che tale risonanza si amplifichi grazie all'auspicato
ritorno in serie A.
Un istituto bancario del nord,
un'azienda qualsiasi non legata al nostro territorio o una
celebre multinazionale non avrebbero potuto donare alla
maglia giallorossa quell'appeal che solo un marchio
d'area come "Salento d'Amare" o un evento di risonanza
mondiale come "La Notte della Taranta" possono
suscitare. Ma se
oltre a queste motivazioni di ordine sentimentale e di
appartenenza riusciamo a scorgere anche la reciproca
convenienza di un progetto comune che non è fine a se
stesso ma che genera un virtuoso e duraturo effetto di
promozione del territorio, ci accorgiamo che il matrimonio U.S. Lecce
e La Notte della Taranta "s'aveva da fare",
con l'auspicio che, a ritmo di "pizzica", questo
connubio possa protrarsi il più a lungo possibile:
vorrebbe dire Serie A e centenario del calcio a Lecce
festeggiato nel migliore dei modi.
Avanti Salento!
31/08/2007
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